Q3, 2017 – Il capitale umano e professionale dei lavoratori over 50
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Il capitale umano e professionale dei lavoratori over 50
di Massimo Servadi
o 1L’attenzione dell’Europa e, di conseguenza, dell’Italia per il biennio
2016-2017 è posta in tema di salute e sicurezza alla complicata e
complessa gestione delle diverse età nelle organizzazioni.
La complicazione e la complessità derivano dal fatto che il fenomeno
sotto osservazione è, per sua natura intrinseca, un fenomeno
multidimensionale.
Multidimensionale nel senso generazionale, ma non solo.
Infatti, da una parte ci sono le diverse generazioni che devono
convivere, ma che lasciano sul “campo da gioco” conflittualità,
competitività esasperata, senso di frustrazione diffusa per iniquità, ecc.,
dall’altra parte c’è l’affannosa ricerca delle organizzazioni di quegli
strumenti per rendere attive e motivate le risorse, con leve che vanno dalla
diversificazione delle politiche del lavoro ai corretti stili di vita e abitudini
alimentari.
Quindi, anche se nella maggior parte dei casi si assiste ad un approccio
aziendale focalizzato sugli “over fifty”, il fenomeno ha la necessità, per
essere compreso fino in fondo, di essere approcciato a tutto tondo.
Non a caso, le aziende con una visione sistemica ed integrata sul tema
si stanno muovendo sia nella direzione dell’“active ageing” per gli over
50, sia con iniziative che hanno l’obiettivo di integrare le diverse
compagini d’età costituenti l’organizzazione.
Proprio da questa indicazione vorrei partire in questo contributo, che
poi virerà sulla valorizzazione della partecipazione degli over 50 in
azienda.
Se la diversità in quanto tale è un valore che arricchisce, anche la
coesistenza di diverse generazioni di lavoratori all'interno di una stessa
organizzazione può portare vantaggi non indifferenti.
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Psicoterapeuta e Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni, esperto in Psicologia della Salute
Organizzativa.
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