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La testimonianza di chi ha fatto lo switch con una percorrenza di 50/60mila km all'anno
Il tema della mobilità sostenibile è sempre più di attualità, e nella vita del consulente aziendale essere spesso in viaggio è una costante. Uno dei luoghi comuni sull'uso delle auto elettriche è la loro ridotta autonomia e la non compatibilità con lunghe percorrenze. A livello aziendale, inoltre, si fanno anche considerazioni sui costi di esercizio, manutenzioni e fermi per interventi di riparazione.
Per chiarire questi dubbi Lucio Fattori ha proposto una intervista "informale" a Stefano Farina, consulente, formatore e Consigliere nazionale AiFOS con tantissimi chilometri nel suo curriculum.
Viaggio in elettrico da metà settembre 2019, una scelta maturata dopo aver fatto numerose valutazioni ed anche con qualche piccolo dubbio. Prima avevo una vettura a gasolio e devo dire che ero molto contento e passare all’elettrico non mi convinceva appieno.
Il dubbio era legato soprattutto alle percorrenze ed alla disponibilità di colonnine di ricarica. Nel periodo pre-covid facevo tra i 50.000 e i 60.000 chilometri all’anno, poi – tra lockdown e aumento della formazione tramite videoconferenza – i viaggi si sono dimezzati. Con il 2022 ho ripreso a viaggiare abbastanza ed attualmente sono attestato sui 4.000 chilometri al mese.
Devo dire che i timori dei primi giorni, si sono subito rivelati inutili, ed anche i viaggi più “complessi” e magari non programmati, non hanno risentito di problemi legati alla necessità di ricarica.
Ti preciso anche che da poco più di un anno abbiamo in casa una seconda vettura elettrica (di mio figlio) che è andata a sostituirne una a benzina. Ed anche in questo caso i problemi sono veramente pochi o nulli.
Sicuramente la rete italiana di ricarica è ancora un po’ acerba, anche se devo dire che dal lontano 2019 i punti di ricarica si sono diffusi abbastanza capillarmente sul territorio, anche se un po’ a macchia di leopardo. Alcune zone sono molto più servite di altre.
Ormai basta un po’ di programmazione nell’affrontare un viaggio e non vi sono grossi problemi a viaggiare in elettrico. La scelta chiaramente deve essere quella iniziale, in base alla tipologia di viaggi ed ai chilometri percorsi, è necessario valutare molto bene quale autonomia è necessaria e di conseguenza scegliere la vettura più adeguata.
Certamente molti sono poi i fattori che incidono sulla quantità di chilometri percorsi con un “pieno” tra i quali la velocità tenuta, le temperature esterne, lo stile di guida, la tipologia di strada. Ma questo succedeva anche prima con le endotermiche che ho avuto, ma ci facevo meno caso.
Per quanto riguarda gli operatori, ormai quasi tutti sono collegati tra loro ed è possibile caricare tramite le colonnine di un determinato marchio, usano l’app di un marchio differente. Anche qui però si deve migliorare. Qualche disservizio si nota ancora.
I costi di esercizio tendono notevolmente verso il basso. I costi di manutenzione di una vettura elettrica sono di gran lunga più bassi rispetto ad un’equivalente endotermica. Alcune marche non hanno proprio manutenzione (considera che per la mia, nei primi 90.000 km ho avuto solo il cambio del filtro climatizzatore con un costo di circa 40-50 euro, un importo certamente non paragonabile con i normali tagliandi di qualsiasi vettura endotermica. E su questo certamente le flotte aziendali devono ragionare.
Ho fatto un calcolo: nei primi due anni, a pari chilometri, il costo di gestione (tagliandi e manutenzione, bollo, assicurazione, gasolio) della vettura precedente era stato superiore al 22% del valore dell’auto, con l’elettrica il costo di gestione (manutenzione, assicurazione, elettricità – nessun tagliando previsto dal costruttore e nessun bollo) è stato inferiore al 4%. Direi un bel risparmio.
Da rilevare anche che quasi tutte le regioni hanno tolto (almeno per i primi cinque anni dall’immatricolazione) i costi del bollo e - a pari prestazioni - gli stessi costi dell’energia utilizzata, nonostante i rincari degli ultimi mesi, sono nettamente più bassi rispetto a qualsiasi altra tipologia di carburante.
Ti faccio solo un esempio: con il costo del rifornimento che veniva fatto alla vettura a benzina e che era sufficiente per una settimana, attualmente viaggiamo con entrambe le vetture per tutto il mese.
Preciso che ho la possibilità di ricaricare a casa e questo è certamente molto comodo e più economico, la sera si arriva a casa e si carica per il giorno/giorni successivi. Pur avendo due mezzi da alimentare e considerando che in inverno si consuma di più, non abbiamo comunque alcun tipo di problema.
Su questo non sempre l’utilizzo di un auto elettrica viene percepito correttamente, una certa disinformazione (sulle modalità di produzione dell’energia, sullo smaltimento delle batterie, sulle miniere di produzione, sul rischio incendio, …) molte volte prevale e qualcuno non si prende nemmeno la briga di approfondire l’argomento, contestando a priori la tipologia, ma nella maggioranza dei casi l’interesse è veramente molto e la voglia di capire cosa vuol dire viaggiare in elettrico è certamente molto alta. Tantissime volte mi capita di trovare persone che mi chiedono informazioni ed approfondimenti.
Riguardo alla scelta ecologica, devo dire che, nel mio caso, la maggior parte dei chilometri che ho percorso li ho fatti utilizzando energia da fonti rinnovabili e questo mi fa molto piacere.
Concludo dicendo, come tutte le nuove tecnologia, anche questa ha bisogno di crescere, ma sicuramente molto è già stato fatto ed il tutto non può che migliorare (rete di ricarica, riduzione dei consumi, miglioramento della capacità delle batterie, …). Io sono molto contento della scelta fatta e ringrazio sempre mio figlio che mi ha illustrato pro e contro portandomi a questa scelta.
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